lunedì 25 novembre 2013

OPINIONE: Prisoners


Di film con il rapimento di bambini e famiglie disperate ce ne sono troppi, ma questo è diverso. Il dramma, le tensioni e il thriller sono molto carichi, il tutto appesantito dalla fredda Georgia.
Ma che cosa rende il film così forte? La narrazione naturalmente, gli eventi sono narrati con i giusti tempi e hanno una giustificazione. Una sceneggiatura consapevole in quello che vuole dire, coerente, cosa che negli ultimi anni è difficile trovare. I protagonisti della vicenda, Keller Dover (Hugh Jackman) e il Detective Lockee (JakeGyllenhaal) e il resto del cast, composto dalla signora Dover e la seconda famiglia a cui rapiscono la bambina, sono personaggi molto connotati e stereotipati. La cosa che sorprende appunto, che nonostante siano stereotipati, questi personaggi non sono prevedibili e noi spettatore li conosceremo poco a poco.
Per una buona metà del film, si ha Keller che è accecato dalla rabbia e tortura Alex Jones (Paul Dano) per farsi dire dove sono le bambine. Il ragazzo è disturbato, non parla molto e non riesce ad esprimersi. Mentre nella seconda parte, è composta da più eventi e colpi di scena, ma tutti ben ordinati e chiari. Il ruolo del detective Lockee è quello del classico agente che si dedica tutto sé stesso per risolvere i casi, nel film non a caso viene detto che ha risolto tutti i casi. Anche lui è un personaggio a tutto tondo che ha una evoluzione nel film, scopriamo che è sempre più scaltro e pieno di risorse, ma è sempre un uomo e come tale non osa a fare l'impossibile. Jackman e Gyllenhaal sono attori molto conosciuti, fortunatamente il film non fa leva su di loro per vendersi, gli attori hanno veramente recitato magistralmente, come sempre, e riescono a dare quel tocco in più al film caratterizzando ancor di più i personaggi.

Per la stagione cinematografica in corso, questo lo si può considerare uno di quei film che vanno visti per forza, un thriller dal grosso potenziale con una forte morale. Lo si consiglia a un pubblico che piace il cinema, un pubblico paziente e che sappia seguire un film, e che comprenda il tutto senza necessariamente lo spiegone finale.

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